Prefazione alla Sezione storica del sito assopolizia

Prefazione

“L’onesto uso dell’arma della memoria è il più valido antidoto all’imbarbarimento. E lo è in ogni stagione politica, in ogni momento del dibattito culturale, in ogni epoca della storia. Un uso onesto che in quanto tale presuppone non ci si rivolga al passato in cerca di una legittimazione per le scelte di oggi. Anzi, semmai, per individuare in tempi lontani contraddizioni che ci aiutino a modificare o a mettere a registro quel che pensiamo adesso. Ben diverso ( e diffuso purtroppo) è il ricorso a forzature della memoria come arma per farci tornare i conti del presente. Un’arma usata con infinite modalità di manipolazione che producono danni quasi irreparabili alla coscienza storica generale, deformano il passato, intossicano il ricordo collettivo anche dei fatti più prossimi. E che, come tale, merita di essere combattuto.”


"L'arma della memoria. Contro la reinvenzione del passato", Paolo Mieli, Rizzoli 2015

Per quanto motivati e gratificati dal compito, non possiamo nascondere le difficoltà che pone il recupero della memoria storica dell’Istituzione, la sua corretta rappresentazione nel farla riaffiorare e, soprattutto, l’elaborazione di iniziative capaci di promuoverne una diffusa cultura di riferimento. Infatti non basta affidarsi all’uso rigoroso delle fonti, al loro riscontro incrociato, indagare il tessuto politico-culturale e sociologico in cui sono maturati gli eventi, approfondire introspettivamente le personalità dei singoli protagonisti, e le loro realtà familiari, per poi tradurre il tutto in una narrazione oggettiva. Non basta l’onestà e il coraggio della verità che monda dalla retorica dell’autoreferenzialità l’esposizione per offrirla, nella sua intrinseca e fedele realtà, alla formazione dell’opinione del lettore.

Tutti questi elementi, essenziali per rivestire di scientificità una sana ricerca storica, concorrono solo alla realizzazione di “una corretta memoria narrativa” la quale, però, ancora necessita di trasformarsi da prodotto di pochi appassionati cultori a partecipato patrimonio culturale dell’Istituzione e dei suoi uomini. E questo complesso passaggio dai pochi ai tanti, teso alla formazione di una autentica e diffusa cultura della Tradizione storica, trova nello spirito di appartenenza, ancor oggi presente in tantissimi poliziotti, il terreno fertile su cui tracciare il lungo cammino che ancora deve essere percorso. Tale esigenza, percepita chiaramente nei primi anni ottanta, in coincidenza con la riforma di polizia, l’attivismo sindacale e con la creazione dell’Ufficio Storico e della realtà museale, ha visto nell’ultimo trentennio la crescita discrasica degli entusiasmi iniziali con un fiorire progressivo di studi, ricerche, iniziative espositive, pubblicazioni cartacee e telematiche.

Questa operazione di recupero ha già permesso, attraverso la ricerca universitaria e l’attività dell’Ufficio Storico, di ricollocare nel mondo storiografico gli studi sulla Pubblica Sicurezza, restituendo alla Polizia il giusto ruolo partecipativo all’evoluzione del nostro Paese. Oggi, questa attività scientifica, per non rimanere un appannaggio elitario, deve essere sostenuta ed accompagnata da incisivi e mirati interventi capaci di trasferirne i contenuti nel tessuto endogeno dell’Istituzione Polizia e dei suoi operatori. Ed è proprio su questo terreno di penetrazione capillare che il Sodalizio può svolgere una funzione trainante con la sua diffusa presenza territoriale e con lo spirito di volontariato e di appartenenza che  lo anima. Anche perché , nei sempre più stretti rapporti fra ANPS, Capo della Polizia e Dipartimento, l’esigenza di consolidamento di una diffusa e radicata cultura della Tradizione Storica, emerge sempre più come una nuova frontiera da raggiungere. E’ necessario, quindi, traghettare la percezione viva degli eventi, dei simboli e degli uomini che hanno alimentato nel tempo il patrimonio valoriale della Polizia, affinché a sua volta, entri a far parte stabilmente del patrimonio di consapevolezza individuale del personale. Coniugare e condividere questo compito con l’Ufficio Storico, quindi, non nasce solo dalle affinità elettive che ci legano da sempre, ma è il frutto, maturato nei più recenti incontri, che ha visto la condivisione di programmi sinergici per il perseguimento di obbiettivi comuni.

Così il passaggio da una frequente ma episodica collaborazione funzionale, ad un’assidua, razionalizzata e programmatica operatività comune,  rappresenta oggi il vero salto di qualità che porta a tutti nuovi stimoli e nuovi possibili orizzonti. Infatti, archiviata la nuova rappresentazione iconografica del Medagliere, si sono gettate le basi per la stesura del Medagliere Antologico, e per definire le ricerche sul Medagliere Storico, si è condivisa l’idea di portare il Sacrario in tutte le Questure, le cui Sale Stampa si vorrebbero dotate dei fregi storici della polizia, oltre ad altre iniziative meno apparenti ma di non minore importanza. In questo programma di collaborazioni sinergiche, non poteva mancare la promozione della Sezione storica del sito nazionale, concepita come vetrina permanente e come contenitore di articoli,  elaborati, diari ed opere quali frammenti della memoria, della storia della Polizia e di quella dell’Associazione. Un punto di riferimento per Associati, Poliziotti, appassionati e cultori, capace di contribuire alla formazione progressiva di quel patrimonio culturale sulla cui diffusione l’ANPS sta muovendo i primi decisivi passi.